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Università: il richiamo della Ivy League


Originariamente pubblicato su: Fortune Health Italia



Università: il richiamo della Ivy League


Entrare nelle Ivy League? Per chi può permettersela, la scelta universitaria cade sugli Atenei più prestigiosi del mondo, quelli statunitensi appartenenti alla Ivy League (espressione utilizzata, per la prima volta, dal cronista Stanley Woodward, del New Herald Tribune), concepiti negli anni ’50 e ’60 come un’Associazione sportiva per atleti universitari e, nel tempo, divenuta sigla simbolo di potenti Università.


Se inizialmente qui venivano accolti esclusivamente gli studenti provenienti da famiglie facoltose, a seguito delle conquiste frutto delle battaglie per i diritti civili, le porte delle Università di accreditata tradizione sportiva si sono aperte a studenti appartenenti anche ad altre classi sociali. Tuttavia, a tutt’oggi, resta innegabile la difficoltà di entrare in una delle Università della Ivy League, dal momento che si registra per studenti americani, ma anche stranieri, una percentuale di rifiuto del 94%.


L’iter di accettazione è complesso ed impegnativo e, spesso, prescinde dal merito, così come evidenziano numerose pubblicazioni. Le critiche sono rivolte al meccanismo delle donazioni che le famiglie più agiate d’America devolverebbero a queste prestigiose Università e che, sebbene consentano agli atenei di reclutare i docenti migliori senza preoccuparsi di dover reperire i fondi, favoriscono un sistema basato sulla ricchezza di famiglia, piuttosto che sulla meritocrazia.


Le università perdono la loro funzione di ‘ascensore sociale’, impedendo alle menti migliori di emergere, a danno degli Stati di provenienza dello studente e dell’intera rete di ricerca. In media il costo annuale di una Università di Ivy League e’ pari 52.000 dollari circa all’anno, a cui vanno aggiunti i costi di alloggio pari a circa 20.000 dollari.


In realtà entrare in una Ivy League viene considerato un investimento: lo studente potrà recuperare quanto versato in pochissimi anni attraverso i suoi primi incarichi post laurea. Contestualmente, molti studenti guardano alla rete di conoscenze costituita dagli ex- alunni di Università prestigiose, che consente loro di accedere a livelli alti nel mondo del lavoro.


In Italia la Bocconi, il Politecnico, la Luiss, possono essere paragonate alle università americane di Ivy League, anche se nel nostro Paese, grazie ad un sistema scolastico che riconosce il merito e agevolazioni ad esso conseguenti, ci si può laureare anche senza disporre di grandi risorse economiche. La classe degli studenti italiani fa scuola nel mondo, spesso superando anche quella degli iscritti alle Università dell’Ivy League, confermando che la differenza e’ nel “capitale umano”.


*Antonio Giordano, direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine della Temple University di Philadelphia e docente all’Università di Siena




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