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Penicillina: da farmaco a salvavita mondiale. Il problema di reperibilità delle scorte

La situazione attuale evidenzia la necessità europea di diventare 'autonoma'



Penicillina: da farmaco a salvavita mondiale. Il problema di reperibilità delle scorte


Penicillina: da farmaco a salvavita mondiale. Il problema di reperibilità delle scorte


A causa dell’enorme richiesta, le scorte di antibiotici e di altri farmaci salvavita scarseggiano, determinando proteste da parte dei cittadini e causando problemi ai governi dell’UE. Il Direttore Generale di Medicines for Europe, Adrian Van Den Hoven, ha rassicurato la popolazione, affermando che il mercato si stabilizzerà tra un mese circa, in coincidenza del declino del picco influenzale.


La situazione attuale, tuttavia, evidenzia la necessità europea di diventare ‘autonoma’ rispetto alla produzione dei farmaci salvavita a base di Penicillina, costruendo una filiera di produzione tutta europea, ma anche mettendo in campo strategie adeguate al reperimento di scorte con adeguate politiche economiche e produttive a livello globale, che ne regolino non solo i costi ma anche la produzione ‘in termini etici e di sostenibilità’.


La situazione attuale, tuttavia, evidenzia la necessità europea di diventare ‘autonoma’ rispetto alla produzione dei farmaci salvavita Molti anni fa, infatti, la produzione dei farmaci salvavita fu delocalizzata in Asia, con conseguente limitazione della disponibilità in

stagioni in cui più forte è la domanda ed è elevata la criticità legata alle infezioni. Con l’occasione, ricordiamo che ‘l’era dell’antibiotico’, cominciò ufficialmente una notte di 75 anni fa quando Anne Miller, si presentò all’Ospedale di New Haven con una febbre altissima per un’infezione da streptococco. I medici che la ebbero in cura provarono ogni mezzo a strapparla alla morte, al punto che riuscirono ad ottenere il farmaco scoperto 14 anni prima da Alexander Fleming, la cui prescrizione era limitata non avendo dato esiti soddisfacenti i test condotti in Gran Bretagna sugli animali e sugli uomini.


Tuttavia, quando i medici le somministrarono la penicillina, notarono immediatamente un’insperato miglioramento. Fu così che la Penicillina, farmaco già impiegato in qualche caso contro la setticemia e la meningite, dimostrò la sua efficacia alla Comunità Scientifica, permettendo a Fleming ed ai suoi collaboratori Florey e Chain, il 25 ottobre del 1945, di vincere il Premio Nobel per la medicina. Fleming aveva capito che l’attività antimicrobica poteva essere attribuita ad una sostanza prodotta da un fungo che isolò nel tentativo di identificarlo e salvare così molte vite umane




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