Per i ricercatori è fondamentale prendersi del tempo per sé e staccarsi dal flusso di informazioni
In ogni ambito dell’espressione umana, l’attenzione e la concentrazione sono fondamentali per la performance individuale e di gruppo dal momento che il silenzio o il flusso di dati e informazioni è funzionale al raggiungimento di obiettivi e scopi.
L’assenza di attenzione pregiudica l’elaborazione della ricerca, soprattutto perché spesso l’utilizzo di e-mail e dispositivi tecnologici, la programmazione di chiamate telefoniche e di incontri di lavoro costringono il ricercatore a interrompere un progetto per “spostare” l’attenzione, velocemente, su un altro.
Il focus attentivo di una persona, in qualunque ambito di lavoro, può variare entro uno spazio a due dimensioni e si possono definire in tal modo 4 stili di concentrazione, interazione e attenzione, concentrazione ed elaborazione delle informazioni:
uno stile consapevole, in cui ogni individuo agisce velocemente ed istintivamente alle sollecitazioni ambientali;
uno stile strategico, che è centrato su un focus attentivo ampio e orientato all’analisi e alla creazione di strategie efficaci;
uno stile sistematico, in cui l’individuo è impegnato nella ripetizione sistematica delle informazioni necessarie a portare a termine il compito;
uno stile focalizzato, caratterizzato da un focus attentivo ristretto che tende a realizzare una procedura matematica o scientifica.
In tutti gli stili è imprescindibile il silenzio o quanto meno la possibilità di pensare in un ambiente in cui rumori o voci di sottofondo non turbino la programmazione o l’elaborazione dei dati e la possibilità di pensare al problema o al quesito in maniera continuativa. Da qui la necessità di isolarsi in se stessi anche solo per poche ore al giorno, per poter processare i dati raccolti e poterli mettere a frutto. Di certo, la presenza di messaggerie istantanee, social ed e-mail ha di fatto agevolato il veicolare delle informazioni e accelerato il progresso di una teoria, permettendo anche a distanza, come nel caso della call o del meet, di interagire con gruppi di lavoro che non si trovano nel medesimo Istituto, ma hanno esposto lo scienziato, il professore o il ricercatore a continui stimoli visivi e di interazione che ne rallentano la concentrazione.
Una recente pubblicazione di Nature ha posto il focus sulla necessità del raccoglimento, anche favorito da tecniche di rilassamento e di mentalizzazione. Se da una parte la “reperibilità” ci ha resi interconnessi a livello globale, dall’altra la mente umana necessita di tempi per concentrarsi e per resettare le informazioni, “fare pulizia” di tutti i dati non necessari e non finalizzati al risultato. Insomma, l’esigenza primaria della mente di ogni individuo e dello scienziato in primis è la capacità di isolarsi anche per un tempo limitato: tempo e silenzio sono fondamentali per destrutturare, creare nuovi percorsi e scegliere, attraverso l’analisi esatta della questione, la strategia migliore. Il silenzio per chi cerca la verità, la analizza, la trasforma, non è vuoto, ma carico di risposte.
Comments