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ADDIO A SUSAN LOVE: LA DONNA CHE DIEDE UN NOME AL SUO CANCRO AL SENO – DI ANTONIO GIORDANO



Antonio Giordano* – Il 2 luglio scorso, nella sua casa di Los Angeles è mancata Susan Love, chirurgo, autrice e sostenitrice della lotta contro il cancro al seno, nonché co-fondatrice della National Breast Cancer Coalition, una organizzazione che ha promosso l’aumento dei finanziamenti federali per la ricerca sul cancro.


Quando Susan Love frequentava la facoltà di medicina dell’Università di Harvard, le donne erano presenti in numero ridottissimo rispetto agli uomini e, meno ancora, nella scuola di specializzazione in chirurgia.


Decise, quindi, di dedicarsi alla ricerca per la cura del cancro al seno, e, nel corso delle sua vita, diresse cliniche a Boston e Los Angeles ed insegno’ alla Harvard Medical School e alla David Geffen School of Medicine dell’Ucla. E’ stata una delle prime donne a schierarsi contro i trattamenti invasivi del “taglia, brucia e avvelena”, come soleva dire, sostenendo che le mastectomie radicali spesso non fossero necessarie e sostituendo, nella prassi consolidata da decenni, quegli interventi con le mastectomie parziali o nodulectomie, per preservare il tessuto mammario della donna e ridurre l’impatto della malattia sul loro corpo e sulla loro psiche. Susan Love, fu uno dei primi chirurghi a sperimentare l’importanza dell’empatia medico-paziente, tenendo la mano delle ammalate prima di ogni intervento, come descritto nel libro “Il libro del seno di Susan Love”, scritto da Karen Lindsay. “Questo libro”, scriveva il NY Times, “divenne la Bibbia per le persone affette da cancro al seno ed anche un riferimento per la prevenzione e per le informazioni sui trattamenti”.


Da subito fu tradotto in una mezza dozzina di lingue e, attualmente, ha raggiunto la sua settima edizione. In questo libro- intervista, Susan Love ha “demistificato” il cancro al seno, la cui diagnosi non veniva nemmeno pronunciata.


Susan pensava che le donne fossero pronte ad unirsi e ad essere una “unica voce collettiva”. Condusse battaglie a favore della prevenzione presso i ceti meno abbienti, nel Bronx, portando con se’ un apparecchio ecografico.


Una donna straordinaria, che ha lottato anche per la sua compagna, affinché, potesse adottare i loro figli nati da inseminazione artificiale. Attualissime le sue battaglie: una donna e genio, ricca di risorse e di grande umanità.


*presidente Sbarro Institute di Filadelfia – professore Università di Siena, ha coordinato il gruppo programma ambiente e salute Pnrr per il Ministero della Sanità


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